Articoli, documenti, riflessioni di Paolo e Clown Pasticca, su attività clowncare, missioni, l'amore per il cicloturismo, la nostra vita e il mondo attorno.
La reciprocità che include anche noi
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Ogni volta che mi accingo a
partecipare ad un evento, ad una iniziativa o un progetto come questo, mi
domando perché, se sarò all'altezza, se avrò le capacità e le energie per fare
cose utili e positive; qualche volta se vale la pena alzarsi, stare fuori tutto
il giorno, rinunciare ad altro.
Il timore di non sentirsi
all'altezza è anche un modo per "entrare col piede giusto" nelle
situazioni, senza la velleità di spaccare il mondo di avere chissà quale formula
magica e benefica garantita, ma resta il fatto che la partenza è sempre
circondata da nebbie.
Tutti i dubbi spariscono quando
inizi a interagire con questi bambini, i ragazzi, le loro famiglie. Le
situazioni difficili vengono sovrastate dai sorrisi, gli abbracci, la scoperta
di una abilità che attraverso il gioco, la musica e l'empatia che si sviluppa.
Non è retorica dire che riceviamo
molto più di quello che diamo: veniamo ripagati in abbracci e sorrisi e non
manca mai la consapevolezza che uno sforzo che facciamo è infinitesimo rispetto
a quello quotidiano dei familiari, fratelli e sorelle compresi. Grazie ai fratelli
sperimentiamo e incontriamo la vera inclusione, la sua fatica e la sua potenza,
la sua necessità.
La nostra benzina è la reciprocità, l’appoggio
e la collaborazione di persone e amici con il naso rosso nel cuore che assieme
a te decidono di condividere queste esperienze, il loro abbraccio che si
affianca a quello dei ragazzi e dei familiari, le loro "invenzioni",
la loro capacità che ti permettono di superare momenti di difficoltà e la
fatica che a volte ti prende.
Poi c'è l'occhio attento di chi ti
permette di "cogliere gli attimi" di vedere e “fotografare” quello
che tu non puoi vedere, di ricordare e prendere ulteriore energia da quel
ricordo e, perché no, anche di testimoniare agli altri.
Tutto questo diventa un "vento
sottile" che ti accompagna, ti sospinge, ti accarezza e ti aiuta ad andare
avanti.
Video e ricordi del 25° Raduno nazionale delle famiglie Cri du Chat
Quest'anno il presepe, anziché a Betlemme lo troviamo a Gaza. La stella cometa che illumina il cielo non è una sola, ce ne sono tante e dovrebbe come allora illuminare il nostro cammino per indicarci la direzione della verità, della sofferenza degli ultimi, dei dimenticati... I Re magi non possono entrare e a noi non dispiace essere distratti dai nostri acquisti, divertimenti, tavole imbandite, mentre oltre 45.000 persone muoiono ingabbiate in un fazzoletto di terra, oltre 15.000 bambini sono già morti, migliaia mutilati, senza cibo, acqua, medicine, una casa.... Questo è il presepe che avrei voluto vedere rappresentato nelle nostre città. Un pensiero e un abbraccio alla forza dei miei amici e di tutti coloro che a Gaza e in tutti i luoghi dove oggi c'è sofferenza sanno strappare un sorriso e donare un momento di leggerezza e di buoni pensieri. Buon Natale, عيد ميلاد مجيد, Kirîstmas piroz be, Merry Christmas, З Калядамі, Joyeux noël, Feliz Natal, शुभ...
Estratto dell’intervento di don Alessandro Santoro al convegno che si è tenuto a Palazzo Vecchio, nella sala Firenze Capitale il 6 giugno 2025 : “ Medioriente senza armi nucleari ”, con la partecipazione di Emanuela Bavazzano, Oliver Turquet, Marco Caldiroli, Giorgio Ferrari, Flavio Del Santo. Intanto vi dico che il mio sarà un intervento molto ‘a pelle’, non ho preparato niente di particolare se non cercare di passare dentro la testa alcune questioni che mi stavano un po' a cuore. Provo un attimo a cercare di inquadrare tutto quello che per me dovrebbe essere la pace: mi sono domandato di come noi ci sentiamo rispetto a questa situazione che troviamo nel mondo e a come poter riuscire a sconfiggere questo senso di impotenza e debolezza, che a volte perlomeno io provo, rispetto a quello che il mondo ci propone. Parto leggendo una cosa che ho ritrovato in alcune trasmissioni radiofoniche che faceva Ernesto Balducci dove lui racconta che l'uomo non è ancora un...
"Non so dove e quando stai leggendo questo. Scrivo da casa mia a Jaffa, in Israele; è il 9 aprile 2025, sono le 13:00. Per anni e anni abbiamo detto "dobbiamo radere al suolo Gaza". Ebbene, Gaza ora è rasa al suolo. Ma non perché ne avessimo bisogno, ma perché lo volevamo. Volevamo radere al suolo Gaza e l'abbiamo fatto. L'abbiamo fatto tra gli applausi scroscianti. La nazione si è riempita di grida di vittoria per ogni casa distrutta e ogni famiglia cancellata. Diciamo di averlo fatto a causa del massacro del 7 ottobre 2023, per salvare gli ostaggi presi quel giorno o per assicurarci che un massacro simile non si ripetesse mai più. Non so quale storia prevarrà come spiegazione accettata per la distruzione di Gaza in futuro, ma queste sono bugie. L'abbiamo fatto perché lo volevamo. Abbiamo annientato un'intera regione. In questo momento, non si sa cosa ne sarà dei suoi oltre due milioni di abitanti. Ne abbiamo già uccisi almeno cinquantamila,...
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