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"Minus est gravis Appia tardis"

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 “ Minus est gravis Appia tardis ": in pratica la vita è meno pesante per chi la percorre in gruppo e con lentezza. Questo è un po' il senso di questi giorni che ci ha reso più sopportabili anche i 3 giorni di pioggia, che ci ha visti godere del paesaggio, del cibo e della compagnia, dell'aiuto reciproco nei momenti di difficoltà. "Se vuoi andare veloce corri da solo. Se vuoi andare lontano, vai insieme a qualcuno". (Sergio Mattarella)  1 maggio 2024: Castel Gandolfo - Latina 2 maggio: Latina, Terracina, Fondi 3 maggio: Fondi, Itri, Formia, Mondragone 4 maggio: Mondragone, Capua, Casertavecchia 5 maggio: Casertavecchia, Benevento “L’abbiamo ricoperta di tangenziali, parcheggi, supermercati, campi da arare, cave, acciaierie, sbarrata con cancelli, camuffata con cento altri nomi, presa talvolta a picconate peggio dell’Isis. Abbiamo lasciato che quattro quinti dei monumenti del tratto romano finissero in mano ai privati. Ma lei resisteva, testardamente. Si ostinava

Torniamo Umani

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  Vik, Vittorio Arrigoni  ha lottato per la pace e la giustizia, contro  quella che già allora veniva inquadrata come la  pulizia etnica dello Stato di Israele nei confronti della popolazione araba palestinese. Ha lottato fino a dare la vita per il suo sogno di pace. Da allora molte cose sono cambiate e, purtroppo, peggiorate. Il processo di sottomissione - annientamento dei palestinesi è andato avanti, i venti di guerra, spinti anche dal business degli armamenti hanno iniziato a soffiare più forte e sempre più vicini anche all'Europa. La causa del popolo palestinese, così come quella del popoli saharawi e curdi,…  è iniziata a passare in silenzio e in molti casi ad essere tradite da chi in realtà avrebbe dovuto lavorare per difendere i i loro diritti. Noi abbiamo ancora presente nella nostra mente e nel nostro cuore l’invito di Vittorio, " RESTIAMO UMANI "! Ecco, oggi questo invito e questo grido devono essere rinnovati con ancora più forza per rompere il silenzio che ce

Marco Carrai, console onorario di Israele non può essere Presidente della fondazione Meyer

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Marco Carrai, console onorario di Israele non può essere Presidente della fondazione Meyer     Il Codice etico della Fondazione Meyer prevede alla voce Rispetto delle persone e dei bambini che la fondazione non tollera nella maniere più assoluta violazioni dei diritti umani poiché opera nell’ambito del riferimento della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani delle Nazioni Unite e in particolar modo della convenzione internazionale ONU sui diritti dell’infanzia. Link alla petizione  Il console di Israele, Marco Carrai, che non ha speso una parola contro questa feroce aggressione, collettiva e indiscriminata,  né contro il massacro di bambini in corso a Gaza non può essere ragionevolmente il presidente della Fondazione dell’ospedale pediatrico Meyer.  Tutti i bambini hanno diritto alle cure e all’istruzione. Anche i bambini palestinesi.

La guerra, le manifestazioni, il seme....

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  Prendo spunto da alcuni pensieri condivisi con un amico con cui condividiamo passioni simili e che ad alcune riflessioni contrappone un tanto   “ non serve a niente ”, “ ci laviamo solo le coscienze ” per rispondere: Non ho una soluzione e una risposta precisa da dargli. Ho “delle risposte” che non risolveranno da sole la questione e le questioni che pone. Ma come nel caso del colibrì che porta una goccia d’acqua per fermare l’incendio nel bosco, da solo non risolve il problema, ma fa da esempio per tutti gli altri animali che tutti assieme alla fine fermano l’incendio. E’ una storia utopica, forse, ma solo finché non viene seguita dalla maggioranza. Personalmente rimango comunque vicino al pensiero gramsciano, mi guida il PESSIMISMO DELLA RAGIONE E L’OTTIMISMO DELLA VOLONTA’ . Più che incazzato sono avvilito, sono INDIGNATO , per quello che succede e per quello che permettiamo succeda grazie anche al nostro silenzio. La verità di fondo è che siamo “bolliti”, ci siamo fatti “b

Fiaccolata per la pace, Firenze 23 ottobre 2023

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 Siamo un gruppo di persone, di diverse età e provenienze, che ogni anno percorre in cammino sulle montagne italiane un tragitto tra Monte Sole e S. Anna di Stazzema, i due luoghi teatro di terribili stragi nazifasciste, due capitali morali del nostro paese. Il nostro gruppo di chiama In cammino per la Pace e il Disarmo, e i nostri incontri con i sopravvissuti ai massacri e con i partigiani che combatterono contro i nazifascisti hanno formato la nostra coscienza di pacifisti. La memoria di quello che è stato e la coscienza dell'orrore della guerra ci spingono a mettere la Pace come valore fondante delle nostre azioni, e a rifiutare ogni forma di violenza, da qualunque parte venga, come negazione di giustizia e strumento di oppressione delle persone.  Camminatori e Camminatrici per la Pace e il Disarmo Questo video riporta alcuni momenti della importante e bella iniziativa promossa dall'abate don Bernardo che, sui passi di La Pira, ha cercato di dare un un segno di nuovo umanesi

La poesia e la follia del seme

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  Quanta verità, sofferenza, poesia c’è nella follia… e poi quale follia? Quella che preferisce stare in code chilometriche per uno spritz al mare? Quella dei debiti ai centri commerciali o per l’acquisto di una macchina più grossa? Quella dei corpi di uomini, donne e bambini morti in mare perché non sono tornati a casa loro nei lager, nelle miniere sfruttate da mondo “democratico” e giusto? Quella delle guerre che tutto distruggono compreso la capacità di stringere la mano ad un altro essere umano? Quella di un giovane corpo deturpato dalla chirurgia plastica? Quella di una donna ammazzata e fatta a pezzi perché non ha accettato il possesso da parte di un uomo? Quella delle persone che muoiono di fame mentre altre gettano il cibo comprato in eccesso per poi sottoporsi a diete e farmaci? Quella in cui ogni strumento non è ormai un mezzo per fare qualcosa e migliorare la propria vita e quella degli altri, ma un fine in sé e per sé, per “sedare” cuori e menti? Quella, … Quella, …. Quella

Le pievi chiuse

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Da qualche anno ho la fortuna (ed anche la buona volontà) di fare giri in bicicletta ed a piedi e fra le cose che incontro e mi sorprendono (in negativo) è trovare sempre di più le chiese e le pievi chiuse, aperte al massimo per il rito della messa. Detto che capisco il problema della sicurezza e del vandalismo credo sia molto negativo ed un pessimo segno. La chiesa è (o dovrebbe essere) di per se luogo di incontro, di Comunione, di preghiera, di meditazione... se è chiusa che senso ha? Questo in realtà vale per molti altri luoghi, i circoli, i posti di lavoro, i giardini, gli spazi sportivi... dovrebbero essere luoghi di incontro, accoglienza, di socialità, di confronto... e invece le difficoltà economiche, amministrative-burocratiche, organizzative, la crisi del volontariato vero, mettono sempre più in crisi questi luoghi. Dipende "dal sistema", ma dipende in gran parte da ognuno di noi, dalle scelte di chiusura e individualismo che negli ultimi decenni si sono accentuate f

Cassia Vetus con gli Amici della bicicletta di Siena

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Ciclo escursione dal 31 maggio al 4 giugno organizzata da FIAB Siena Amici della Bicicletta. Un viaggio in bicicletta con bagagli al seguito da Roma/Formello a Firenze lungo il tracciato della consolare Cassia Vetus. sono state toccate le città di Sutri, Viterbo, Bolsena, Orvieto, Chiusi, Arezzo e Fiesole per arrivare infine a Firenze dove la consolare terminava, prima della realizzazione dell’ultimo tratto fino alla colonia romana di Luni (fine del II secolo a Ciclo escursione.). Sono stati attraversati i territori dell’Etruria interna, le valli del Tevere, del Clanis e dell’Arno percorrendo i tratti unici di basolato e visitando siti archeologici e oasi naturalistiche. Prima tappa Seconda tappa Terza tappa Quarta tappa Quinta tappa

Mi basta la mano....

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 Abbiamo tutto, ci avanza, lo sprechiamo e inquiniamo. Vogliamo avere sempre di più invece di essere qualcosa, consumiamo tutto il nostro tempo per un lavoro che ci permetta di guadagnare quanto necessario per garantirci tutto questo comprese le vacanze sulle spiagge dove poi lamentarci della confusione, oppure invochiamo spazi nella natura dove poi non sappiamo restare in silenzio con noi stessi: non sappiamo più sorridere, siamo sempre scontenti, aggressivi, viviamo la vita reale come la finzione e le schermaglie dei social. Ci fa paura il diverso, il disagio, "tanto poi mi imbrogliano e così mi inguaio per nulla". Preferiamo restare nelle nostre stanze quotidiane, nelle nostre "monadi" che non comunicano fra loro, nella realtà virtuale dei reel, emoticons, dove possiamo travestirci da belli, bravi e impegnati, invece di sporcarci le mani con il mondo reale e cercare di cambiare in primis il nostro. Poi andiamo dove le persone e i bambini non hanno nulla, manca

La reciprocità che include anche noi

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  Ogni volta che mi accingo a partecipare ad un evento, ad una iniziativa o un progetto come questo, mi domando perché, se sarò all'altezza, se avrò le capacità e le energie per fare cose utili e positive; qualche volta se vale la pena alzarsi, stare fuori tutto il giorno, rinunciare ad altro.   Il timore di non sentirsi all'altezza è anche un modo per "entrare col piede giusto" nelle situazioni, senza la velleità di spaccare il mondo di avere chissà quale formula magica e benefica garantita, ma resta il fatto che la partenza è sempre circondata da nebbie.   Tutti i dubbi spariscono quando inizi a interagire con questi bambini, i ragazzi, le loro famiglie. Le situazioni difficili vengono sovrastate dai sorrisi, gli abbracci, la scoperta di una abilità che attraverso il gioco, la musica e l'empatia che si sviluppa.   Non è retorica dire che riceviamo molto più di quello che diamo: veniamo ripagati in abbracci e sorrisi e non manca mai la consapevolezza che un