Suono per la vita che resiste... ora anche a Gaza


Bambino con tastiera musicale fra le macerie di Gaza

 "Ho dimenticato il mio nome, le lettere e il senso,
ho dimenticato le parole da cui solevo formare canzoni.
Ho dimenticato la mia voce e la mia immagine, il mio posto.
Ho dimenticato le fatiche del cammino,
verso il cielo, verso l'uomo, verso la gloria di un tempo.

Oh mondo, Yarmouk ti chiama,
oh mondo, ascolta il suo lamento.
I suoi figli muoiono di fame,
e nessuno risponde al suo appello.

I nostri giorni sono diventati notti,
le nostre strade sono piene di morte.
I bambini piangono per un pezzo di pane,
e le madri non hanno più lacrime.

Ma io suono ancora il mio pianoforte,
suono per la vita che resiste.
Suono per la speranza che non muore,
suono per un'alba che deve arrivare.

Yarmouk, ti dedico le mie note,
perché la tua melodia non sia silenzio.
Perché il mondo non dimentichi il tuo volto,
perché la tua anima possa ancora volare".

Aeham Ahmad

Le note del pianoforte di Yarmouk gra le macerie




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