Il disequilibrio del sorriso.....
Molta della nostra felicità, della pienezza della nostra vita, della nostra crescita, è conseguenza di un "disequilibrio" e quindi di una possibile caduta.
Impariamo a camminare perché accettiamo per un piccolo istante di perdere l'equilibrio, altrimenti non avanzeremo mai nel nostro primo passo, ci lasceremo andare al nostro consolante "andare a gattoni": ogni passo è fatto da un omento di equilibrio seguito da un instante di disequilibrio.
Questa che sembra essere una esperienza della nostra infanzia è in realtà una caratteristica che ci accompagna per tutta la vita. Accettare di incontrare il dolore, una sofferenza, la malattia, una perdita... sono momenti in cui impariamo nuovi modi di camminare e riceviamo in cambio molto di più di quello che siamo costretti a dare per affrontare quel difficile passaggio.
Per poter imparare a camminare dobbiamo essere disposti per un momento ad accettare un momento di mancanza, di pericolo, ad affrontare la paura che ci portiamo dietro nel lasciare il nostro tranquillizzante "gattonare". Questo non vuol dire che da quel momento poi sapremo dove andare, che la nostra strada diventa spianati e senza ostacoli, ma saremo in grado di camminare, scegliere una meta, incontrarne di inaspettate, scoprirne di meravigliose così come di deludenti. Abbiamo iniziato a camminare e lo abbiamo fatto accettando di stare, almeno un attimo, in "disequilibrio".
Allora quel "sorriso" che sapremo portarci dentro, che riusciremo a offrire e saremmo in grado di incontrare e condividere, sarà una delle nuove "abilità" che potremo portare con noi e godere nella nostra vita e nelle relazioni: diventerà un nuovo mezzo nella prossemica dei nostri incontri dove la cosa più importante non sarà il fine, ma la relazione stessa che verrà a crearsi, la magia della condivisione della nostra umanità o di un semplice abbraccio.
In fondo, il non amato cantante diceva:
"è tutto un equilibrio sopra la follia"...
Dadadadaaaaa!!!!!!.....
Pasticca 6 giugno 2013
Impariamo a camminare perché accettiamo per un piccolo istante di perdere l'equilibrio, altrimenti non avanzeremo mai nel nostro primo passo, ci lasceremo andare al nostro consolante "andare a gattoni": ogni passo è fatto da un omento di equilibrio seguito da un instante di disequilibrio.
Questa che sembra essere una esperienza della nostra infanzia è in realtà una caratteristica che ci accompagna per tutta la vita. Accettare di incontrare il dolore, una sofferenza, la malattia, una perdita... sono momenti in cui impariamo nuovi modi di camminare e riceviamo in cambio molto di più di quello che siamo costretti a dare per affrontare quel difficile passaggio.
Per poter imparare a camminare dobbiamo essere disposti per un momento ad accettare un momento di mancanza, di pericolo, ad affrontare la paura che ci portiamo dietro nel lasciare il nostro tranquillizzante "gattonare". Questo non vuol dire che da quel momento poi sapremo dove andare, che la nostra strada diventa spianati e senza ostacoli, ma saremo in grado di camminare, scegliere una meta, incontrarne di inaspettate, scoprirne di meravigliose così come di deludenti. Abbiamo iniziato a camminare e lo abbiamo fatto accettando di stare, almeno un attimo, in "disequilibrio".
Allora quel "sorriso" che sapremo portarci dentro, che riusciremo a offrire e saremmo in grado di incontrare e condividere, sarà una delle nuove "abilità" che potremo portare con noi e godere nella nostra vita e nelle relazioni: diventerà un nuovo mezzo nella prossemica dei nostri incontri dove la cosa più importante non sarà il fine, ma la relazione stessa che verrà a crearsi, la magia della condivisione della nostra umanità o di un semplice abbraccio.
In fondo, il non amato cantante diceva:
"è tutto un equilibrio sopra la follia"...
Dadadadaaaaa!!!!!!.....
Pasticca 6 giugno 2013
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