L’abbraccio “diverso”…
Quante volte i “normali”, i “normodotati” si incontrano e non si salutano, rifiutano un abbraccio, non sanno guardarti negli occhi, hanno lo sguardo vuoto: chi non ha provato la sindrome da pulsanti dell’ascensore (fondamentale da tenere sotto controllo mentre scendi assieme a un tuo vicino di casa)?
E quanto sono vivi e pieni quelli sguardi, abbracci dei “diversi”? Chi ha provato una carezza, un sorriso, un abbraccio e, perché no, anche un morso "di attenzione", di uno di questi bambini ha trovato e scoperto cose ed emozioni che spesso ci mancano nella vita di ogni giorno.
Allora ci domandiamo “perché proprio a me è stato fatto questo dono”?... poi torniamo a rimboccarci le maniche, a maledire la stanchezza, il senso di abbandono, ma con questo calore e consapevolezza dentro di noi.
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