Le punte degli alberi

 Le punte degli alberi

 “Ecco, metti il piede appoggiato al pedale destro, tieni forte il manubrio con tutte e due le mani e, quando ti senti pronto, spingi col piede, solleva il sinistro appoggiandolo al pedale e via”!

“Ma babbo! E se cado? Se perdo l’equilibrio”?

“Lo so, all’inizio è sempre così, quando facciamo o impariamo qualcosa di nuovo abbiamo paura di lasciare le nostre sicurezze, in questo caso i piedi per terra e le rotelline dietro! Imparerai che è necessario perdere per un momento le nostre certezze, l’equilibrio, per fare cose nuove, così come quando abbiamo iniziato a camminare abbiamo imparato che per fare un passo avanti bisogna alzare un piede e per un attimo perdere l’equilibrio per camminare! E come lo hai fatto inconsciamente, quando hai imparato a fare i primi passi, lo stesso sarà per la bicicletta. Sai, uscire dalle situazioni comode, da quelle che ora va di moda chiamare ‘confort zone’, ti permetterà di scoprire nuove strade, nuovi modi per affrontare le cose della vita e questo ti renderà più libero e in qualche momento anche più felice”.

“Sì babbo, ma resta il fatto che io ho paura di cadere”!

“Va bene, ma io sono qua, dietro a te, ti tengo da dietro e se ti vedo barcollare intervengo”!

“Va bene babbo, sono pronto!... Via!!!...”

Pietro partì con decisione e, da come andava sicuro e spedito, nessuno avrebbe potuto capire che era la prima volta che pedalava senza la sicurezza delle rotelline.

“Babbo mi stai seguendo? Guarda come vado!... sono scattato sul dosso come Pantani sullo Stelvio”!

Da lontano lo guardavo girare per gli stradelli del giardino: “sì, sì, sono dietro a te! Bravissimo Pietro, tieni le mani sui freni e rallenta piano piano per fermarti”.

“Babbo, è stato ganzissimo!” disse Pietro “, ma se non c’eri te a tenermi non so se ce l’avrei fatta”!...

Io sorrisi fra me e me e lo guardai: “ero dietro di te e ti guardavo ma sei andato tutto da solo! Pantani è partito e ha lasciato tutti sul posto, splendente con la sua maglia gialla!”

Pietro gonfiò un po’ il petto inorgoglito dalla prova superata, scese dalla bicicletta per controllare il suo potente mezzo come fa un pilota di Moto GP e disse: “Sì, da solo, sul gran premio della montagna, evvai”!

Poi aggiunse: “è vero babbo quello che dicevi, mi sono sentito molto più libero senza le ruote dietro, andavo più veloce, potevo passare anche più facilmente tra gli ostacoli e andare dove volevo”!

Passarono alcuni anni e venne il momento della prima escursione sui sentieri in salita verso le Croci di Calenzano. La meta era ambita e sfidante: il crinale della Calvana”…

Arrivati alla deviazione dopo la piazza, Pietro si piegò in avanti sul manubrio con una smorfia: “babbo, non ce la fo, è troppo dura, troppo ripida la salita”!

“Bisogna sempre conoscere e capire i propri limiti, ma ci sono anche momenti in cui dobbiamo mirare dritti alla meta e cercare di alzare l’asticella! Solo così saremo in grado di conoscerli e spesso di superarli. Un po’ come quando pensavi di cadere senza l’appoggio delle ruotine e invece…”

“Sì, ma qui il problema è diverso! E’ un problema di forza, di allenamento” e ansimò ancora di più per il fiato perso nel parlare.

Allora mi avvicinai a lui e con una mano iniziai a spingerlo da dietro e lui riprese entusiasmo continuando la salita. Poi si voltò verso di me e mi disse: “un giorno anche io farò questo per mio figlio”?

Un po’ mi stupì e un po’ mi commosse quella domanda e gli dissi “certo e gli insegnerai anche a perdere l’equilibrio, a cercare di superare quelli che sembrano i propri limiti e ad impegnarsi per diventare un uomo libero”.

Pietro mi guardò con una smorfia di sorriso, di chi era soddisfatto ed anche di chi non aveva capito tutto, ma comunque gli piaceva.

Da allora fu bello iniziare a fare percorsi assieme in mezzo ai boschi, a volte fermarsi per cucinarci una pasta improvvisata con il fornellino o mangiare un panino. Spesso ci sdraiavamo sul prato e guardavamo il cielo, gli aerei che passavano e le punte degli alberi che sembravano indicarci un punto in mezzo all’azzurro.

Una volta Pietro disse: “ma la mamma ci vede da lassù? Ha visto la salita che abbiamo fatto oggi, il capriolo, lo scoiattolo e la lepre che abbiamo incontrato”?

“Sicuramente e ci brontolerà per la Coca Cola che abbiamo bevuto” gli dissi sorridendo.

Oggi Pietro si è trasferito sulle Dolomiti in Val di Fassa e fa la guida per gruppi di cicloturisti. La cosa più bella è che è bravissimo a trasmettergli la passione, la voglia di scoprire cose nuove e li supporta sempre quando per un momento perdono le forze, aiutandoli a superare quell’attimo di crisi anche con una battuta o inventandosi sfide impossibili fra loro.

Poi si ferma sul prato assieme a loro per un panino, si disseta con la sua borraccia riempita alle fonti che lui ormai conosce bene, si sdraia sul prato e ci osserva, seguendo le punte degli alberi.

Paolo aprile 2022

Bambino che parte in bicicletta

 

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