La guerra, le manifestazioni, il seme....

 

Foto bandiere della pace manifestazione in santa maria novella

Prendo spunto da alcuni pensieri condivisi con un amico con cui condividiamo passioni simili e che ad alcune riflessioni contrappone un tanto  non serve a niente”, “ci laviamo solo le coscienze” per rispondere:

Non ho una soluzione e una risposta precisa da dargli. Ho “delle risposte” che non risolveranno da sole la questione e le questioni che pone. Ma come nel caso del colibrì che porta una goccia d’acqua per fermare l’incendio nel bosco, da solo non risolve il problema, ma fa da esempio per tutti gli altri animali che tutti assieme alla fine fermano l’incendio. E’ una storia utopica, forse, ma solo finché non viene seguita dalla maggioranza. Personalmente rimango comunque vicino al pensiero gramsciano, mi guida il PESSIMISMO DELLA RAGIONE E L’OTTIMISMO DELLA VOLONTA’.

Più che incazzato sono avvilito, sono INDIGNATO, per quello che succede e per quello che permettiamo succeda grazie anche al nostro silenzio.

La verità di fondo è che siamo “bolliti”, ci siamo fatti “bollire” per permetterci le nostre auto, i canali satellitari, le nostre vacanze al mare, gli smartphone ultimo modello, la pizza sotto casa e tutta quella roba che acquistiamo in modo compulsivo e poi buttiamo nei cassonetti per fare ancora più spazzatura e inquinamento.

Detto questo.

1.    Manifesto, sì, vado agli eventi, incontri e quando posso collaboro a organizzarli (dopocena compresi). Sì. Serve a poco... probabilmente, forse… ma intanto dico agli altri ed esplicito che tutto questo non mi va bene, che dobbiamo invertire la rotta, fare delle scelte, bisogna avere una propria opinione ma cercare di dialogare e non offendere e attaccare “a prescindere” (avrete notato quello che succede per strada, in auto, al supermercato, in qualsiasi situazione “sociale” appena si presenta un problema? Se dipendesse da noi il conflitto nucleare sarebbe già esploso!) Questo aiuta me a incontrare altre persone che la pensano in modo simile e, forse, a spingere altri a scendere in strada, a dimostrare il dissenso, a contarsi, a interessarsi a non farsi di tutto un alibi e restare sul proprio divano “tanto niente serve”.
Il mio sogno di fronte alla situazione in Ucraina, della sanità, di tanti paesi dell’Africa, della Palestina, dei Curdi, la Siria, il popolo Saharawi?…. scendere in strada in 1, 2, 10, 100, 1.000, un milione di persone e in silenzio dire no e abbracciare il prossimo. Seminare amore anziché odio, il concetto di seme a me caro rispetto a chi vorrebbe comprare gli “alberi già fatti”.





2.   Il sistema, la politica, l’organizzazione mondiale, un fallimento e uno schifo generale. Vero. Basti vedere come vengono considerate e trattate le risoluzioni dell’ONU! Ma dall’altra parte il “sistema siamo noi” e non è una frase fatta. Il sistema fa quello che gli permettiamo e spesso “noi” siamo anche peggio e tralascio gli esempi. Una delle frasi di Gandhi che meglio esprimono questo: "Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo"

3.    Putin, Biden, Zelens'kyj, Netanyahu, Trump, Macron, Hamas, Von der Leyen, Meloni, … finiamo sempre per personalizzare “la storia” e la semplifichiamo come se si trattasse di una partita di calcio Rossi contro Verdi, ma non è così semplice. Una volta detto e sancito l’invasione inaccettabile di Putin, il massacro di Hamas, senza legittimarli, non possiamo fermarci li, accontentarci dei “TG di stato” e non andare ad analizzare come ci siamo arrivati a tutto questo, la storia che sta dietro a quel problema, le colpe (ENORMI) del nostro mondo occidentale, capitalistico, “fintamente democratico”, Nato compresa. Libia, Ustica, Afghanistan, Iraq?.... servono altri esempi? I terroristi disumani che condanniamo con disprezzo e prima abbiamo finanziato perché ci facevano comodo per altre cause per poi dare a loro ogni colpa, il business delle armi che spinge e fomenta le iniziative di guerra anche laddove si lamenta la mancanza di democrazia, laddove ci dichiariamo un “paese che ripudia la guerra” salvo vendere le mine che fanno saltare le mani e le braccia ai bambini.

4.    Sul punto delle informazioni e delle fonti il tema si fa molto complicato. Sapete che i social ed i motori di ricerca seguono degli algoritmi e sempre di più questi algoritmi guarda caso oscurano dei contenuti e nel lasciano altri, ti danno dei risultati, nonostante la potenza del AI, che guarda caso ti portano su un’altra strada: è come se cercassi “le più belle vittorie della Fiorentina” e ti venissero come risultato i campionati vinti dalla Juventus! Ho fatto questa prova su Youtube, conscio che molti contenuti non sarebbero stati riportati, ma non aspettandomi risultati opposti! Ho cercato “immagini sui bambini a gaza” e questi sono i risultati in ordine: “Massacro nel kibbutz di Kfar Aza: le immagini della devastazione” (Gli attacchi di Hamas hanno colpito anche il kibbutz si Kfar Az); “Orrore a Kfar Aza, strage di bambini nel Kibbutz”; “Braccati e uccisi da Hamas: il video dei ragazzi del rave in Israele”; “Soldato israeliano trascinato fuori dal suo Merkava; Israele, la violenza brutale sui civili e militari”; “Gli uomini di Hamas casa per casa: così cercano gli israeliani”… vi fa nascere qualche dubbio tutto questo?

5.    E non ne facciamo una guerra di religione sui “santoni islamici”, orridi personaggi che fomentano e usano anche ragazzi in buna fede, perché supportiamo questa logica che fa della religione la scusa per fare cose orribili. Altrimenti potremmo parlare della pedofilia nel mondo cattolico, della distorsione di frange del pensiero buddista (che infatti buddiste non sono) per altri scopi molto più vicini al sistema, delle banche e investimenti da parte delle chiese…
Le religioni, quando sono “vere”, nella loro essenza, hanno un minimo comune multiplo: “ama il prossimo tuo come te stesso”. Quando questo non viene seguito e applicato vuol dire che stanno usando il tema religioso per altro.

Nemmeno io so se riusciremo a creare un cambiamento, a essere incisivi, a modificare lo status quo, ma se ognuno di noi si trasforma in seme, questo sarà comunque un cambiamento che potrà far nascere qualcosa di diverso, sempre che il cambiamento inizi in primis da noi: mi hanno sepolto, ma quello che non sapevano è che io sono un seme”  (Wangari Muta Maathai).

Diversamente se affermiamo che “bisogna far sentire la nostra voce perché servirà, ma secondo me ci diciamo solo una grossa balla per sentirci, almeno noi, meglio in coscienza” forse è proprio il modo per giustificare il nostro restare a guardare lo status quo. In fondo non è da oggi che ci viene inculcato che "Tutti sono uguali, tutti rubano alla stessa maniera” ma “è solo un modo per convincerti a restare chiuso dentro casa quando viene la sera”

 

"Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo"






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