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Contadini, poeti, clown, .....

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Abbiamo bisogno di contadini, di poeti, gente che sa fare il pane, che ama gli alberi e riconosce il vento. Più che l’anno della crescita, ci vorrebbe l’anno dell’attenzione. Attenzione a chi cade, al sole che nasce e che muore, ai ragazzi che crescono, attenzione anche a un semplice lampione, a un muro scrostato. Oggi essere rivoluzionari significa togliere più che aggiungere, rallentare più che accelerare, significa dare valore al silenzio, alla luce, alla fragilità, alla dolcezza. Franco Arminio, da “Cedi la strada agli alberi. Poesie d’amore e di terra”

La finestra del tuo sorriso

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Come è difficile raggiungerti ormai: ogni volta che provo ad arrivare a te devo arrampicarmi sulle mura di questa fortezza inespugnabile e sempre più ostica. E raggiungendo quella tua piccola finestra sul mondo riesco, attraverso le inferriate del male, a sfiorare le tue mani sciogliendo, a volte, un sorriso o uno sguardo complice alla tua immagine. Domani tornerò per cercare di portarti ancora qualche sorso di vita da questa anfora dove ho raccolto i calici del tuo affetto: aspettami. 5 gennaio 1998

L’abbraccio “diverso”…

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Come non capire la fatica, lo sconforto, le paure, a volte il senso di abbandono da chi dovrebbe darci una mano... ma chi ha conosciuto la "diversità", soprattutto se legata a situazioni di handicap, malattie croniche, tutte le diversità... inizia a vedere le cose con occhi diversi, inizia a vedere la vita, le persone, da un altro punto di vista e scopre cose che la maggior parte di noi non riesce a conoscere e vedere. A quel punto anche il concetto di "normalità" cambia, sparisce il giudizio, si dissolvono i preconcetti e, in mezzo alla fatica che a volte ti taglia le gambe, si scopre che quel bambino, quella persona "NON NORMALE", ha e dà cose che "I NORMALI" non hanno e non sanno darti o hanno perso. Quante volte i “normali”, i “normodotati” si incontrano e non si salutano, rifiutano un abbraccio, non sanno guardarti negli occhi, hanno lo sguardo vuoto: chi non ha provato la sindrome da pulsanti dell’ascensore (fondamentale da tenere sotto con

Ancora un ballo

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Ecco, questo é il ritmo giusto, balliamo assieme ancora una volta! Non smettere di girare prendimi per il braccio e giriamo ancora una volta! Fai scivolar via dai tuoi occhi quei cupi pensieri: è bello vederti sorridere mentre balli con me, mentre ti ho accanto, è un po' conoscere già il paradiso!... Gira, gira... Che fatica! Ancora un giro però, fino alla fine, fino a che non sarà più possibile fare un giro con te. Ecco, ora mi fermo, Lasciatemi fermare ora il fiato mi manca.... Ti guardo e ancora mi gira la testa fra un sospiro affannoso e l'altro. Asciuga quel sudore dalla fronte, la fatica potrebbe sembrare una lacrima che scende dal viso. Scusa se ora non posso asciugarla, ma nel tempo del riposo ti mando ancora un sorriso e un bacio perché ti arrivino prima che sia troppo freddo e li porti per sempre con te: con serenità e consapevolezza.  

C'è tempo?

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“Non è vero che abbiamo poco tempo: la verità è che ne perdiamo molto“ ( Lucio Anneo Seneca) Ci sono situazioni (una festa, un addio, un evento), in cui riceviamo un apprezzamento, un abbraccio, un riconoscimento che è veramente "tanta roba".... qualcosa che non ci aspettavamo, almeno non in quella forma o con quel contenuto. Questo da una parte va a occupare la  confort zone  del nostro Ego, della nostra autostima, dall'altra è sicuramente linfa vitale, energia e stimolo per il nostro cammino ed il nostro impegno. Quando le parole sono sincere fanno anche da cartina a tornasole alle nostre azioni e ci aiutano a capire dove abbiamo seminato qualcosa di positivo e quando no. La domanda che rivolgo a me stesso è: perché abbiamo bisogno che una persona se ne vada, che una persona ci lasci, si allontani da noi per dirgli quanto ci manca e quanto è stato ed è per noi? Perché non abbiamo trovato il tempo prima per condividere i nostri pensieri, il nostro apprezzamento o anche

je suis handicapé....

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  je suis handicapé....     Una mano che sfiora il velluto con lo sguardo basso, scaldata da una   rara attenzione; un sorriso dall’accento strano che attraverso le lenti del gioco e della amicizia gli passano accanto. Lo stupore, l’affetto e l’attenzione avvolgono i disegni accompagnati dall’autorità di chi cammina nel “restare umani”: a volte lo sguardo è perso, altre vivace o sorridente, ma sempre intriso di questa umanità profonda. Non toglietemi quell’abbraccio che non mi debilita nemmeno dopo tanti mesi passati chiusi in sé stessi: la mano si incontra e si stringe, come se la colla degli affetti fosse più forte di quella del cartone colorato. Gli smile a volte rigano il viso e sciolgono il trucco e il sorriso e la gioia sono di quelli veri perché sorretti su dolori, sofferenze e fatica che lasciano la loro impronta su ognuno di noi per poi volare sui fogli. Ci incamminiamo, mano nella mano, come se lo stupore non dovesse mai finire e non finirà, perché educato dalla verità.

Con un poco di zucchero la pillola va giù

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  “Con un poco di zucchero la pillola va giù e tutto brillerà di più”   Bello vedere un giovane medico che presta tanta attenzione alle procedure, i protocolli, ma anche al prendersi cura del bambino con tutte le attenzioni e senza forzare mai i propri interventi: questo dovrebbe essere la base della medicina, prendersi cura degli altri, non solo dando una medicina, facendo una puntura, ma con l’attenzione ai bisogni della persona che hai davanti, tanto di più se è un bambino. Allora è i più facile che scatti quella empatia, quel gioco di squadra, fra il personale sanitario, gli organizzatori, il personale scolastico e, perché no, un clown con il naso rosso sotto la mascherina, così da raggiungere quei risultati non solo quantitativi (il numero di tamponi effettuati) ma anche qualitativi (sarebbe bene che ai bambini rimanesse un ricordo gioioso e non traumatico di questa esperienza). E quando vedi sparire dal volto del bambino la paura, l’irrigidimento di una bizza e accendersi gli occ

L'allenamento, la preparazione, gli strumenti tecnici... la passione la volontà.

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Molti sanno che una delle mie passioni, purtroppo tralasciata negli ultimi anni per potermi dedicare alle attività di volontariato e clown (e anche il lavoro), è la bicicletta: sia su strada che MTB , ma principalmente la seconda, che permette di respirare l'area dei boschi, passare per luoghi che solo con lunghe camminate a piedi potremmo vedere, odorare le strade bianche, il profumo del muschio... Non sono mai stato un grande sportivo, ma trovo la bicicletta un ottimo modo per unire l'attività fisica, alla bellezza e la cura dell'anima. Trovo che abbia anche un ottimo ruolo pedagogico : ti insegna ad allenarti e prepararti per raggiungere l'obiettivo, ti aiuta a capire l'importanza del "mezzo" (lo "strumento", la tecnologia), a studiare i percorsi, così come a lasciarti andare alla "scoperta", ... a non mollare quando sembra che sia impossibile "arrivare in cima", così come aver coscienza dei propri limiti. Ma la cosa import

Maschere cieche

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Passeggiavo per le vie del centro quando vidi un uomo senza naso; lì per lì, stupito, pensai ad una malformazione, a un incidente, ma ... rimasi ancor più interdetto quando notai che non aveva neppure le fessure delle narici! Confesso che mi veniva anche da ridere e mentre gli passavo accanto e trattenni uno starnuto nel timore di poterlo offendere! Il fatto non mi colpì più di tanto e non mi sarebbe certamente tornato in mente, se di lì a qualche giorno non avessi incontrato un ragazzo ed una ragazza senza naso e senza orecchie! “Ma che scherzi sono questi”! - pensai quasi indispettito - “deve esserci certamente una spiegazione, magari qualche trucco per un nuovo lancio pubblicitario!... Mah?!...”. La cosa che più mi stupì fu che questi due ragazzi parlavano fra di loro,... sembravano parlare... e lei teneva fra le dita un piccolo boccio di rosa che di tanto in tanto avvicinava al viso come per annusarlo! Forse si capivano dal movimento delle labbra!?... o sapevano e intuivano quell

Nasi Rossi in Concerto

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29 febbraio 2020 Nasi rossi in concerto Teatro comunale Niccolini San Casciano “Nasi rossi in concerto” racconta l’incontro - scontro fra due clown “diversamente musicisti” che, a partire dai loro fallimenti artistici, vogliono cogliere al volo l’occasione di un concerto per duo, dovendo alla fine decidere di sopportarsi a vicenda per non perdere l'occasione. A partire dalle velleità canore del bianco e delle strampalate esibizioni polistrumentiste dell’augusto, attraverso il gioco, le continue gag e le peripezie non solo sonore, veniamo trasportati nelle stanze del sorriso, non senza qualche momento poetico e sul senso stesso del naso rosso.   Evento per raccolta fondi “ Una gamba per Yuri ” Con Clown Pasticca e Caramella, Sceneggiatura: Paolo Mazzinghi Regia: Mirko Risaliti / Paolo Mazzinghi