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Maschere

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NEL 1981 ERO UN RAGAZZINO MA VEDENDO QUESTO VIDEO E LE TANTE NOTIZIE SIMILI MI SENTO ANCORA IN LINEA CON I PENSIERI DI QUELL'ADOLESCENTE.....  DA QUI E' NATA LA FRASE "FERMATE IL MONDO VOGLIO SCENDERE"?.... IO NON SCENDO MA L'INDIFFERENZA E' FORSE LA MALATTIA PIU' GRAVE DI QUESTO SECOLO, NON CI INDIGNANO PIU' DI NULLA, CI FACCIAMO PASSARE SOPRA TUTTO.... UN PO' COME LA COTTURA LENTA DELLA RANA....   CRITICHIAMO TANTO I NOSTRI RAGAZZI CHE STANNO TROPPO TEMPO DAVANTI LA PLAYSTATION E POI ASSISTIAMO AL NOSTRO QUOTIDIANO COME FANNO LORO DI FRONTE AL VIDEOGIOCO....  MA NON E' UN VIDEOGIOCO.....   Passeggiavo per le vie del centro quando vidi un uomo senza naso; lì per lì, stupito, pensai ad una malformazione, a un incidente, ma ... rimasi ancor più interdetto quando notai che non aveva neppure le fessure delle narici! Confesso che mi veniva anche da ridere e mentre gli passavo accanto e trattenni uno starnuto nel timore di

8 marzo

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Donna mare, donna cielo, donna vento, donna silenzio, donna profumo, donna fertile terreno… … a te: alla donna che sa regalare una carezza, alla donna che sa piangere di felicità   Paolo, 8 marzo 2002

Ora che te ne vai

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Ora che te ne vai non restano che le orme. Ora che te ne vai tutto è dentro al cuore: dalla speranza alla paura, dalla attesa alla emozione, dall’abbraccio negato a quello sulle labbra. Ora che te ne vai tutto resta uguale e niente tornerà. Ora che te ne vai è freddo sulla porta socchiusa. Resta ancora qui indugia avvolta in questa coperta ancora un po’ e lascia che si spenga il calore del camino. Paolo

Agnese viaggia con me

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Agnese viaggia con me, ogni volta che amo, viaggia con me. Nelle fatiche e nelle sorprese di ogni giorno, negli abbracci donati e in quelli negati, nelle parole incontrate o mentite, quando l’indifferenza ci avvolge attorno e i volti diventano maschere senza espressione, Agnese si incammina con me. Quando i colori si fanno intensi fino a sprigionarne i loro profumi Agnese è pura luce degli occhi e posso perdermi senza pensare alla fatica... Ogni volta che incontro uno sprazzo di affetto, un sorriso sincero, Agnese mi prende la mano e il sentiero si fa dolce, passo dopo passo e la dove il sole si perde, nascerà.  26 aprile 2013

Il viaggio e l'abbraccio della foglia...

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Mi sento. come una foglia, una foglia che si è lasciata andare dai rami sicuri di un albero e che si è fatta trasportare dal vento per atterrare  su un  piccolo torrente. La vita è un po’ così, devi scegliere di staccarti ad un certo momento, di andare, di “volare” e incamminarti, ma il percorso non lo conosci quando decidi: puoi porti una meta, desiderare una direzione, ma sarà quella che saprai scegliere all'interno del letto del fiume, dipenderà dalla tua volontà, dalla tua ricerca ma anche dalla accettazione di ciò che il fiume ti proporrà. Così vieni trasportato dalle acque di questa strana, meravigliosa e  dolorosa   avventura che è la vita. A volte il percorso è dolce, il paesaggio affascinante, altre l’acqua si fa fredda ed agitata, gli spruzzi gelidi o  ti trovi a saltare nel buio dalle cascate, la cui ampiezza sarà alla fine quella che percepisci tu. Molto spesso ti rialzerai e continuerai il viaggio, soprattutto se continuerà la tua voglia e la tua ricerca. 

La gente che mi piace

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Mi piace la gente che vibra, che non devi continuamente sollecitare e alla quale non c'è bisogno di dire cosa fare perché sa quello che bisogna fare e lo fa in meno tempo di quanto sperato. Mi piace la gente che sa misurare le conseguenze delle proprie azioni, la gente che non lascia le soluzioni al caso. Mi piace la gente giusta e rigorosa, sia con gli altri che con se stessa, purché non perda di vista che siamo umani e che possiamo sbagliare. Mi piace la gente che pensa che il lavoro in equipe, fra amici, è più produttivo dei caotici sforzi individuali. Mi piace la gente che conosce l'importanza dell'allegria. Mi piace la gente sincera e franca, capace di opporsi con argomenti sereni e ragionevoli. Mi piace la gente di buon senso, quella che non manda giù tutto, quella che non si vergogna di riconoscere che non sa qualcosa o si è sbagliata. Mi piace la gente che, nell'accettare i suoi errori, si sforza genuinamente di non ripeterli. Mi piace

Dono, pensando a quanto sta succedendo oggi in Ucraina e in tanti altri posti, attorno a noi e dentro di noi...

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Dono Man mano che camminavo sentivo sempre più nitidamente un frastuono di grida e rumori. Vidi vetrine spaccate, auto in fiamme e due gruppi molto numerosi di giovani, ‘vestiti’ da studenti. Mi fermai di colpo, forse per scappare, ma nel brusco movimento mi accorsi di aver urtato qualcuno: mi voltai e vidi una ragazza per terra con la chitarra a tracollo. L’aiutai a rialzarsi, lei si aggrappò a me e con lo sguardo fisso nel vuoto vidi che arrancava con la mano per sentire se la chitarra si fosse rovinata: era cieca. Cercai confuso di scusarmi e lei, con i lineamenti dolci del viso, fece cenno che stava bene e mi chiese cosa stesse accadendo per strada. Cercai, un po’ impaurito ed impacciato, di descriverle il caos che in quel momento divampava nella via: i ragazzi che lanciavano sassi ed oggetti di ogni

C'é un momento...

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C'è un momento nel quale é necessario cominciare a camminare e per farlo dobbiamo accettare un attimo di disequilibrio per fare il passo, abbandonare la certezza del gattonare, che equivarrebbe a dire  continuare a strisciare per rimanere in quella certezza. C'è un momento in cui ci troviamo a fare la prima pedalata e dover accettare l'idea e la possibilità di cadere per poter andare in nuovi luoghi e scoprire nuove abilità e non possiamo farlo se vogliamo mantenere la certezza che ci danno le vecchie ruotine. C'è un momento che non possiamo nasconderci se vogliamo che gli altri ci vedano. C'è un momento che dobbiamo smettere di mentirci... C'è un momento che si deve accettate il passaggio per un dolore se vogliamo provare la pienezza della gioia.... C'è un momento che dobbiamo accettare i nostri limiti per usare la nostra forza.... C'è un momento che dobbiamo far crescere il bambino che è in noi se vogliamo difenderlo e custodirlo sempre.... C

La sedia di Vittorio

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La sedia di Vittorio Vorrei parlarti, vorrei entrare di nuovo da quella serratura e sentirmi accolto come dal primo momento, io, accatastatore di parole, piacevolmente perso nell’abbraccio delle tue idee, del tuo affetto, della tua intelligenza. Poche volte, come con te, ho sentito superato il muro della differenza, la conta del denaro, il tempo della reciproca conoscenza. Poche volte, come con te, ho potuto condividere la centralità del pensiero, della fantasia, della volontà del fare: dopo un solo minuto mi sono sentito e ritrovato amico di vecchia data. Tutta Firenze dovrebbe essere a lutto, il mondo dovrebbe fermarsi dal correre a vuoto per conoscerti anche solo attraverso il nostro vivo ricordo. Ma noi, amico mio, possiamo solo proteggere e condividere questa lacrima sul sorriso di chi è  consapevole del dono di averti incontrato, del privilegio  di aver condiviso il tuo abbraccio, il tuo vivido pensare

Il disequilibrio del sorriso.....

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Molta della nostra felicità, della pienezza della nostra vita, della nostra crescita, è conseguenza di un " disequilibrio " e quindi di una possibile caduta.   Impariamo a camminare perché accettiamo per un piccolo istante di perdere l'equilibrio, altrimenti non avanzeremo mai nel nostro primo passo, ci lasceremo andare al nostro consolante "andare a gattoni": ogni passo è fatto da un omento di equilibrio seguito da un instante di disequilibrio. Questa che sembra essere una esperienza della nostra infanzia è in realtà una caratteristica che ci accompagna per tutta la vita. Accettare di incontrare il dolore, una sofferenza, la malattia, una perdita... sono momenti in cui impariamo nuovi modi di camminare e riceviamo in cambio molto di più di quello che siamo costretti a dare per affrontare quel difficile passaggio. Per poter imparare a camminare dobbiamo essere disposti per un momento ad accettare un momento di mancanza, di pericolo, ad affrontare la paura